SIMBOLI

Coraggio, esponiamo il Tricolore

di PIERO OSTELLINO
 
Su qualche balcone è comparso il Tricolore, alle volte affiancato alla bandiera della pace. Sarebbe bello se quelle esposizioni, ancora sporadiche, si moltiplicassero. Non c'è contraddizione fra l'amore per la pace e quello per il proprio Paese. Anzi. Lo hanno ribadito il nostro presidente della Repubblica e il Papa, condannando il vile attentato di cui è stato vittima il nostro contingente e, al tempo stesso, sottolineando entrambi con forza che i carabinieri, i soldati, i civili caduti erano in Iraq «in missione di pace». Coraggio, allora, esponiamo in tanti il Tricolore, indipendentemente dalle preferenze politiche di ciascuno, dal giudizio sull'opportunità o meno della nostra presenza in un Paese martoriato dal terrorismo. Attenzione: martoriato dal terrorismo, non dalla guerra. Sarebbe un modo, in questi giorni di dolore e di lutto, di recuperare quel senso di identità nazionale che la retorica fascista aveva a tal punto corrotto da trasformarlo in un sentimento di cui vergognarsi. Non c'è nulla di che vergognarsi nell'Italia democratica d'oggi che, pur conoscendone i pericoli, manda i suoi militari «in missione di pace» in terre lontane - sono ancora concetti espressi da Ciampi - dopo un voto del Parlamento e nel quadro della cooperazione con i propri alleati e con le Nazioni Unite. Anzi, c'è, dovrebbe esserci, motivo di orgoglio. La guerra al terrorismo, che anche l'Italia sta combattendo dopo l'11 settembre, non l'abbiamo dichiarata noi, né l'hanno dichiarata le altre democrazie di tutto il mondo, quali possano essere gli errori che sono stati commessi. L'hanno dichiarata i terroristi. Perciò, ovunque lo si ritrovi in terra straniera, dall'Iraq ai Balcani, il Tricolore non è una bandiera di guerra; le truppe che lo espongono non sono truppe di occupazione, ma di pace, di democrazia, di libertà.
Sarebbe davvero confortante se anche le forze politiche, che pure sono legittimamente divise sulle modalità e sui tempi della nostra partecipazione alle operazioni di pace nel mondo e contro il terrorismo, affrontassero i futuri dibattiti in Parlamento e nel Paese con lo stesso spirito di chi ha esposto la bandiera al balcone, quali siano le loro rispettive posizioni politiche. Le divergenze politiche, che ci sono e guai se non ci fossero, non possono che camminare di pari passo, non possono che essere tutt’uno col rispetto per il proprio Paese. Che, in un Paese democratico quale è il nostro, diventa così anche rispetto per la democrazia.
Forza, esponiamo il Tricolore, magari a fianco della bandiera della pace. Sarebbe come dire «pace due volte».

14 novembre 2003

postellino@corriere.it




Da: Dario Quintavalle []
Inviato: venerdì, 14. novembre 2003 09:21
A: postellino@corriere.it
Oggetto: Coraggio, esponiamo il Tricolore

 

Gentile dott. Ostellino,
apprezzo molto il suo invito a esporre la bandiera: lo accolgo volentieri, e mi auguro che il Corriere, e altri giornali, nei prossimi giorni facciano campagna perchè il giorno dei funerali di Stato per i nostri soldati non sia solo una cerimonia ufficiale, ma un momento in cui tutto il nostro popolo possa ritrovarsi unito intorno all'unico simbolo della nostra identità nazionale, il Tricolore.
 
Ugualmente mi permetta di dire che il suo appello contiene tutti gli elementi di un grave equivoco, diretto com'è a una parte - ma solo a una parte - politica e culturale del nostro paese che non ha mai coltivato molto lo spirito dell'identità nazionale. Una parte chiassosa e sovraesposta, che troppo spesso si tende a confondere con il tutto.
 
Posso assicurarLe  che molti Italiani non si vergognano affatto di esporre la bandiera, hanno ben chiara la differenza tra il sano patriottismo e il nazionalismo aggressivo, e non hanno bisogno di spiegazioni come la sua.
 
Puntualizzare - che la nostra bandiera non è una bandiera di guerra, che le nostre Forze Armate "sono forze di pace" - significa non aver capito che ci si unisce intorno alla nostra  bandiera e alle nostre Forze Armate, solo ed esclusivamente perchè sono NOSTRE, indipendentemente dal modo in cui possono essere usate.
 
Invece in questi giorni si parla tanto del sacrificio dei Carabinieri e così poco dei soldati dell'Esercito morti. Il sito del Quirinale non li ricorda nemmeno. Un caso? Oppure un modo per sottolineare il carattere 'pacifico' e di Polizia della nostra missione, glissando sulla sua natura militare? E' inaccettabile che mentre ci si appella all'unità del paese, ci siano di fatto caduti di serie A e di serie B.
 
E' bene perciò chiarire che il Tricolore non può essere esposto insieme ad altre bandiere, nè caricato di significati che non sono suoi.
 
Non si espone il Tricolore - dott. Ostellino - perchè "è un simbolo di pace" ma perchè è il simbolo del proprio Paese, e perchè si ha bene in chiaro in mente che - come dicono gli anglosassoni - "right or wrong, it's my country".
 
Ugualmente, sarebbe sbagliato ammettere accanto a questo simbolo di unità, altri simboli di parte. L'opzione pacifista che ha portato tanti ad esporre la bandiera arcobaleno è certamente rispettabile, ma è bene dire che essa è propria di una parte sola del paese.
 
Mettere sullo stesso piano un simbolo di una parte, sia pure importante, col simbolo di tutti significa sminuire il significato unitario della bandiera, e in definitiva fare solo confusione. E' passata appena una settimana dalla commedia del Crocifisso di Ofena, e dalle acrobazie retoriche per dimostrare che il simbolo di una religione - importantissima, per carità - doveva diventare il simbolo di tutti.
 
Ebbene, io mi auguro che il giorno dei funerali di Stato sia data la possibilità a me e a tanti altri di sentirsi Italiani "senza sè e senza ma". Italiani punto e basta.
 
Chiedo troppo?

Cordialmente
 
Dott. Dario Quintavalle
Roma
 

-----Messaggio originale-----
Da: Ostellino Piero [
mailto:POstellino@rcs.it]
Inviato: venerdì, 14. novembre 2003 17:04
A: Dario Quintavalle; 
Oggetto: RIF: Coraggio, esponiamo il Tricolore


Lei dice cose molto giuste che condivido. Ma io ho insistito sulle due bandiere perché a contrapporre
l'una all'altra - e ne sono testimonianza anche le lettere di critica, spesso violenta che ricevo con la sua - sono stati coloro i quali hanno fatto della bandiera della pace uno strumento di polemica nei confronti del governo. 
Ora, io credo che si possa essere contrari alla politica del governo, ma non si possa fare confusione fra l'opposizione al governo e la negazione del senso di identità  nazionale. 
Il governo è espressione di un voto democratico, non vedo quindi perché  ci si debba vergognare di essere italiani solo perché il governo non ci piace. Siamo democratici e italiani solo quando vince la nostra parte politica ? 
Se questa  è la mentalità di certa gente, io non sono d'accordo e ho voluto dirlo. Ostellino  

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